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Massimo Gallo

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L’AVVENTO DEL NAZISMO

L’AVVENTO DEL NAZISMO

È la crisi economica (1929-1933) lo spartiacque tra la precaria stabilità del primo dopoguerra e l’inizio della corsa verso il conflitto. Il crollo della borsa di Wall Street determina la vertiginosa caduta del commercio mondiale e l’impennata della disoccupazione (2 milioni in Gran Bretagna, 6 milioni in Germania, 15 milioni negli Stati Uniti). La bufera valutaria che spinge molti paesi ad adottare misure protezionistiche e restrittive rafforza le divisioni esistenti nel mondo. Il regime monetario del gold standard – fissato nel 1925 allo scopo di garantire la convertibilità delle monete e i flussi di capitali necessari alla crescita economica e allo sviluppo del commercio mondiale – viene abbandonato da Germania, Giappone e Gran Bretagna. La depressione economica mina la legittimità del capitalismo liberista e il suo respiro internazionale, si impongono misure di sostegno all’occupazione e alla produzione, la chiusura protezionista delle economie dà slancio ai nazionalismi, la recessione ingenera sfiducia nelle democrazie. Il crollo del sistema economico internazionale e la divaricazione politico-ideologica tra le democrazie e i regimi fascisti europei registrano un momento di svolta con l’ascesa al potere nel 1933 del Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. La politica di pressione del Reich tedesco sull’Europa centrale esaspera le relazioni internazionali, e il processo degenerativo della democrazia liberale e del capitalismo è l’ennesimo colpo assestato ai valori pacifisti dell’internazionalismo wilsoniano, ai precari equilibri sanciti dai trattati del 1919 e a un ordine mondiale in disgregazione.

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