LE TENSIONI NEL VECCHIO CONTINENTE
LE TENSIONI NEL VECCHIO CONTINENTE
Il dato paradossale di tale situazione è che le “catene di Versailles” agiscono da detonatore per un confronto che per le potenze “revisioniste” (Germania, Unione Sovietica, Italia) è l’occasione per aumentare peso politico e capacità di manovra, e che porta le nazioni vincitrici a realizzare strumenti bellici per rafforzare la propria sicurezza (la costruzione della linea Maginot sul confine orientale francese) o ad accondiscendere – come fanno gli inglesi – alle richieste del regime nazista di revisione dei trattati al fine di garantire un più sicuro equilibrio di forze. Sullo scenario europeo pesa inoltre il relativo isolamento dell’Unione Sovietica. Impegnata nella costruzione del “socialismo in un solo paese”, la Russia di Stalin subordina la sua strategia internazionale alla difesa della propria posizione geopolitica europea, anche quando si trova di fronte dell’espansionismo giapponese in Manciuria e nella Cina del Nord. Il tentativo di rompere l'”accerchiamento” da parte delle potenze “imperialiste” dà luogo a una serie di patti di non aggressione con le nazioni vicine dell’Europa orientale, che hanno lo scopo di ritardare la nascita di un blocco antisovietico. Ma il calcolo del Cremlino, intenzionato a far sì che l’ostilità inglese nei suoi confronti venga dirottata verso la Germania nazista, si rivelerà errato.