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Massimo Gallo

PERCHÉ I FILOSOFI SONO (QUASI) TUTTI UOMINI?

PERCHÉ I FILOSOFI SONO (QUASI) TUTTI UOMINI?

Malgrado gli uomini – intesi ovviamente come genere umano -, in quanto dotati di ragione, si possono considerare tutti filosofi quantomeno potenziali, per poter essere praticata come disciplina la filosofia necessita di una preparazione di base che comprende non solo l’alfabetizzazione, ma anche una certa vastità di mezzi culturali, la conoscenza della storia, la libertà di leggere e di riflettere, la disponibilità di libri, l’occasione di dialogare, discutere, confrontarsi e pubblicare. Tutto ciò, malauguratamente, è stato molto a lungo precluso alle donne, specie in età antica. Peraltro esisteva il diffuso pregiudizio (che Aristotele conferma e ribadisce) che la donna fosse per sua natura piuttosto irrazionale e perciò non predisposta per la filosofia. Tuttavia c’è qualche luminosa eccezione anche per il lontano passato. Per esempio, Pitagora di Samo accoglieva anche le donne nella sua scuola. Si tramandano i nomi delle sue diciassette discepole più dotate, tra le quali Timica (di carattere così ferreo che, pur di non divulgare i segreti della setta pitagorica, giunse al punto di mordersi la lingua e di sputarla) e Teano, eccelsa matematica e medica.

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