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COMPETENZA ED ESECUZIONE (NOAM CHOMSKY)
Motivi derivati dalla linguistica strutturale sono presenti anche nell’opera dello statunitense Noam Chomsky (Filadelfia, 1928) sicuramente tra le personalità più rappresentative della linguistica del Novecento, teorico della grammatica <<generativo-trasformazionale>>. Le posizioni principali di Chomsky sono espresse già nella sua prima opera importante, Le strutture della sintassi (1957) e successivamente sono state approfondite e rielaborate in testi come Riflessioni sul linguaggio (1976), Regole e rappresentazioni (1980), La conoscenza del linguaggio (1986). Il punto di avvio è la critica alla linguistica tradizionale positivistica e comparativista che assumendo come oggetto di studio gli aspetti fonetici della lingua si sarebbe secondo Chomsky limitata ad un’analisi della <<struttura superficiale>> di essa dimenticandone la <<struttura profonda>>. La linguistica, che Chomsky considera parte della psicologia (al punto che le sue ipotesi si sono spesso legate a quelle dei cognitivisti), deve porsi al contrario come problema principale lo studio e la descrizione della capacità (o competenza) dei soggetti di parlare una lingua.
Chomsky intende procedere ad una spiegazione totalizzante di ciò che presiede alla conoscenza di una lingua e alle modalità della sua acquisizione (ritenendo invece la questione del suo uso concreto inadatta a precise trattazioni scientifiche). Va immediatamente chiarito che per Chomsky la competenza è la conoscenza astratta della propria lingua a livello individuale e l’esecuzione è l’atto di realizzazione concreta, attraverso parole, di un messaggio.
Il postulato più radicale dell’ipotesi di Chomsky è che tale processo di acquisizione, già a livello del bambino, implichi la conoscenza di un insieme di regole estremamente complesse e va dunque inteso come esito di una facoltà in gran parte innata. Il linguista, utilizzando strumenti tratti dalla logica matematica, dovrà procedere inizialmente ad un’analisi di ciò che viene definita la <<grammatica mentale>> presente nel soggetto dalla nascita. Dallo studio di questa emerge che i parlanti, nell’apprendimento di una lingua, seguono categorie, regole e principi sostanzialmente comuni. A questo punto il primo passo è la riformulazione della grammatica tradizionale in grammatica generativa (o <<a struttura di frase>>), cioè l’ideazione di un sistema che indaghi le regole di generazione della lingua, che sia capace di mostrare scientificamente il processo di formazione delle singole <<frasi>> a partire da una certa struttura linguistica; il passaggio successivo permetterà di raggiungere la cosiddetta adeguatezza esplicativa, cioè la possibilità di rendere conto di questi principi comuni (comprese le varianti) dai quali scaturiscono le grammatiche di altre lingue. L’ultimo livello presume di poter formulare una teoria linguistica generale, o Grammatica Universale, cioè un paradigma volto a chiarire i principi universali sottesi a tutti i linguaggi. A questo stadio finale di ricostruzione della competenza linguistica, emergeranno secondo Chomsky due strutture della lingua: una profonda, che riguarda la traduzione sintattica delle proprietà lessicali di una frase; e una superficiale, che mostra le variazioni (le trasformazioni, peraltro secondo Chomsky molto limitate) cui può andare incontro la struttura profonda; e altri due sottolivelli, quello fonetico e quello logico, che forniscono rispettivamente un’interpretazione degli elementi sonori e di quelli logici inerenti le frasi generate proprio a partire dalla struttura superficiale.