LE CONDIZIONI DEI VINCITORI
LE CONDIZIONI DEI VINCITORI
Le cause del secondo conflitto mondiale affondano le loro radici negli assetti determinatisi a conclusione della Grande Guerra che trent’anni prima ha sconvolto l’Europa.
Per dar vita a un nuovo ordine internazionale, durante la conferenza di Versailles, nel 1919 è fondata la Società delle nazioni: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone sono i 5 membri permanenti del Consiglio; altri 4 (i membri temporanei) sono eletti dall’Assemblea ogni tre anni. La sua attività risulta paralizzata fin dalla fondazione perché il Senato americano si rifiuta di ratificare il trattato di Versailles, che fonda una debole pace sul predominio esercitato sui vinti. Privo di mezzi militari adeguati alle sue ambizioni, su molte questioni l’organismo è incapace di prendere decisioni operative.
La Germania – la più potente tra le nazioni sconfitte – ha dovuto subire umilianti mutilazioni territoriali sia sulle sue frontiere occidentali (restituzione dell’Alsazia-Lorena alla Francia e occupazione della regione della Saar) sia su quelle orientali (abbandono della Posnania, di parte della Prussia orientale e della Slesia, che entrano a far parte della Polonia). La Renania è stata smilitarizzata, la città di Danzica viene internazionalizzata e il suo hinterland assegnato alla Polonia. Berlino ha dovuto cedere la flotta da guerra agli inglesi e, in base all’inedito principio che attribuisce alla Germania le responsabilità del conflitto, è stata costretta a pagare un enorme risarcimento di guerra alle potenze dell’Intesa. La Germania è umiliata, ma le condizioni imposte dai vincitori non sono tali da impedire la rinascita economica e militare di un paese che reclama un ruolo di primo piano negli assetti europei.