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Massimo Gallo

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UN EVENTO STORICO SENZA PRECEDENTI

UN EVENTO STORICO SENZA PRECEDENTI

Il conflitto innescato dall’attentato di Sarajevo sarà un evento storico senza precedenti per estensione (circa 20 i paesi coinvolti), impotenza dello sforzo militare e della mobilitazione di uomini e risorse (70 milioni di soldati), dimensione del sacrificio (9 milioni i morti tra i militari, più un altro milione tra i civili). Rispetto ai conflitti dell’Ottocento la prima guerra di massa si presenterà, sotto molti aspetti, con un volto nuovo. Non è più solo una minoranza delle popolazioni a essere chiamata a partecipare attivamente alla lotta: fra il 1914 e il 1918 i paesi belligeranti dovranno ricorrere per la prima volta all’arruolamento di tutti gli uomini idonei, l’enorme sviluppo degli eserciti si accompagnerà alla crescita del peso politico dei generali e a profondi mutamenti delle strutture sociali ed economiche.

Il progresso – quello stesso progresso celebrato nel crepuscolo della Belle Époque – ha reso la tecnologia più distruttiva: lo scontro si porta nei cieli e sul fondo del mare, gli eserciti sono affiancati dai primi carri armati, da navi da guerra corazzate spinte dal vapore, da cannoni pesanti, da gas venefici, mentre le ferrovie consentono la rapida concentrazione di grossi contingenti di truppe.

La fisionomia di molte delle potenze che si fronteggiano risulterà profondamente mutata alla fine del conflitto. Economie ancora prevalentemente agricole all’apertura delle ostilità ne usciranno, per quanto stremate, trasformate dalla creazione di grandi apparati militari industriali. Importanti trasformazioni interverranno anche nelle strutture istituzionali delle nazioni e in molti casi si indebolirà il tessuto sociale delle popolazioni.

Stati monarchici diverranno repubbliche, si consumerà l’esperienza della rivoluzione bolscevica, imperi sovra-nazionali verranno cancellati dalla carta europea, nei paesi dove è più recente l’unificazione nazionale prenderanno forma i movimenti che saranno alla base dei successivi regimi reazionari (fascismo in Italia e nazismo in Germania), nuovi soggetti sociali – le donne innanzitutto – si affacceranno nella lotta per l’emancipazione.

Ma la “Grande guerra”, come sarà in seguito ricordata, sarà anche un evento sostanzialmente irrisolto, destinato, con il carico di contraddizioni che lascerà in eredità all’Europa, ad aprire la strada allo scoppio di un secondo e ancor più terribile conflitto di portata mondiale.

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