15 MARZO 44 A.C. – LE IDI DI MARZO, ASSASSINATO GIULIO CESARE
15 MARZO 44 A.C. – LE IDI DI MARZO, ASSASSINATO GIULIO CESARE
La mattina del 15 marzo del 44 a.C. Cesare, dopo avere avuto in sogno un presagio di morte, viene convinto a lasciare la sua residenza, la domus publica, per recarsi in Senato dove è atteso. Percorre il centro della città attraverso il foro a lui dedicato ed arriva dove oggi si trovano i resti dell’area sacra di largo Torre Argentina. Sono le 11.00 circa, Cesare entra nella trappola senza la sua guardia personale. E’ solo. I congiurati invece sono 23, e 23 sono le pugnalate che gli vengono inferte: una per ognuno come se tutti fossero complici e nessuno si potesse tirare fuori. Da ogni lato Cesare si difende dai fendenti, invano. Svetonio e Plutarco ricalcano la cronaca dell’aggressione, una cronaca nera. Il corpo di Cesare, offeso da molti che credeva amici – tra tutti Giunio Bruto – e martoriato da una violenza di gruppo, sarà esposto nei suoi funerali davanti ad un popolo disperato e rabbioso. L’attentato ha successo nei suoi esiti ma fallisce politicamente: dopo la morte di Cesare si apre infatti un lungo periodo di guerre civili. 15 anni di scontri, Romani contro Romani. Nel 42 nella battaglia di Filippi in Macedonia, i triumviri Antonio, Ottaviano e Lepido sconfiggono i tirannicidi Giunio Bruto e Cassio Longino, ma Roma non trova pace. Con l’ascesa di Ottaviano e le ostilità tra lui e Marco Antonio riaprono la guerra civile, che sarà poi la guerra contro l’Oriente. Con la battaglia di Azio del 31 a. C. Ottaviano vincerà definitivamente su Antonio e Cleopatra e sarà Augusto, l’Imperatore.