GIOVANNI VERGA (1840-1922)
GIOVANNI VERGA: IL MAESTRO DEL VERISMO
Giovanni Verga nacque il 2 settembre 1840 a Catania, in una famiglia nobile di tradizioni liberali. Fin da giovane, mostrò un grande interesse per la letteratura, iniziando a scrivere i suoi primi racconti durante gli studi presso la Facoltà di Legge a Catania, che abbandonò presto per dedicarsi completamente alla scrittura.
Gli Anni a Firenze e Milano. Nel 1869, Verga si trasferì a Firenze, allora capitale d’Italia, dove frequentò i salotti intellettuali e la vita mondana. Tre anni dopo, si spostò a Milano, dove rimase per vent’anni. Qui entrò in contatto con gli scrittori della Scapigliatura e conobbe la narrativa europea, in particolare il Naturalismo francese. Questo periodo fu cruciale per la sua evoluzione artistica e per la nascita della sua poetica verista.
La Conversione al Verismo. La svolta nella carriera di Verga avvenne con la pubblicazione della novella “Nedda” nel 1874, che segnò l’inizio del suo percorso verso il Verismo. Questo movimento letterario si proponeva di rappresentare la realtà in modo oggettivo e impersonale, senza interventi dell’autore. Verga applicò questi principi nelle sue opere più celebri, come “I Malavoglia” (1881) e “Mastro-don Gesualdo” (1889).
Le Opere Principali. “I Malavoglia” racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani e le loro lotte quotidiane per la sopravvivenza, mentre “Mastro-don Gesualdo” narra l’ascesa sociale e la successiva rovina di un contadino arricchito. Entrambi i romanzi sono caratterizzati da una profonda analisi sociale e da una rappresentazione cruda e realistica della vita dei “vinti”, coloro che sono sconfitti dalla società e dal progresso.
Il Ritorno a Catania e gli Ultimi Anni. Nel 1890, Verga tornò definitivamente a Catania, dove visse nei suoi possedimenti e si allontanò progressivamente dalla scrittura. Nonostante ciò, continuò a ricevere riconoscimenti per il suo contributo alla letteratura italiana. Nel 1920, fu nominato senatore a vita del Regno d’Italia. Morì il 27 gennaio 1922 a Catania, lasciando un’eredità letteraria che continua a influenzare la narrativa italiana. Giovanni Verga è ricordato come il principale esponente del Verismo italiano, un movimento che cercava di rappresentare la realtà senza abbellimenti, mettendo in luce le difficoltà e le sofferenze delle classi più umili. Le sue opere, caratterizzate da una narrazione impassibile e da una profonda empatia per i suoi personaggi, rimangono tra le più importanti della letteratura italiana del XIX secolo.
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C’è Catania nella puntata de “I grandi della letteratura italiana” che Rai Cultura dedica a Giovanni Verga. A raccontare di Verga, insieme a Edoardo Camurri, i critici Piero Boitani, Giulio Ferroni e la scrittrice Dacia Maraini. Le riprese catanesi hanno interessato il centro storico, anche con ambientazioni come il Teatro Massimo Bellini e l’Archivio Storico Comunale, per spiegare le complesse scelte di rappresentazione e teatralizzazione di volta in volta compiute dallo scrittore siciliano. La macchina da presa si è spinta sino all’Aci Trezza dei Malavoglia, con i suoi faraglioni, e alla rocca di Aci Castello.
Documentario RAI
Biografie & Letture
I grandi della letteratura italiana
Conduce: Edoardo Camurri